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REcupero funzionale della caviglia e riatletizzazione alla corsa

Recupero funzionale della caviglia e riatletizzazione alla corsa

L'esperienza di Tiziana

Cosa si intende per recupero funzionale?

E’ la fase successiva alla riabilitazione (solitamente fisioterapia) per tornare alle attività quotidiane. Ripristinare la corretta funzionalità della parte interessata dopo un evento traumatico che sia un incidente, un’operazione o altro.

Come?

Con una serie di esercizi mirati che portano a ristabilire l’equilibrio dei muscoli che vengono implicati in un movimento o schema motorio attraverso un progressivo aumento della difficoltà degli esercizi e del carico.

In cosa consiste la riatletizzazione?

E’ l’ultima parte del percorso di recupero funzionale di un atleta da un’infortunio. Indispensabile dopo un percorso riabilitativo (fisioterapico) per riacquisire la gestualità specifica dello sport e la condizione adeguata al proprio livello atletico.
Quindi, sempre per mezzo di esercizi mirati e specifici, bilanciando l’intensità e il recupero. E’ molto importante anche in questa fase la personalizzazione del programma di allenamento.

L’incidente di Tiz

Tiziana ha avuto un incidente arrampicando su roccia. A causa di una sicura statica è finita sulla parete a forte velocità. L’impatto con la roccia le ha causato una frattura dell’astragalo, osso breve della caviglia, situato nel tarso che si frappone fra la porzione inferiore della gamba (tibia e perone) e il piede.
Dopodiché ha subito un’operazione in cui le sono stati inseriti 2 chiodi e le hanno applicato un ingessatura da tenere per 30 giorni. Dopo altri 30 giorni dalla rimozione del gesso la caviglia era quasi a posto e dopo 2 mesi ha potuto ricominciare ad arrampicare e tornare alla normalità.

Il recupero di Tiz

Tiziana si è affidata ad un terapista per la sua riabilitazione e alla fine dei trattamenti è scattata la fatidica domanda (da da da dan!!) Cosa posso fare adesso? Risposta: “Prova a far tutto” (la risposta esatta sarebbe stata: “Hai bisogno di fare un percorso di recupero funzionale, ma ci arriveremo fra poco).
Tiziana da brava sportiva superattiva non vedeva l’ ora di ricominciare a “fare tutto”. Correndo si era accorta di essere tutta storta e aveva problemi alle anche, alle ginocchia, alla schiena e anche alla gamba opposta, ma la gamba opposta non aveva subito alcun trauma!

Il recupero di Tiz 2.0

Tiziana è venuta da me e subito ovviamente abbiamo convenuto che i problemi attuali erano dei riflessi del trauma alla caviglia non completamente guarito che ha creato dei compensi ad altre parti del corpo. Se la caviglia non è correttamente allineata questo andrà a ripercuotersi salendo: sul ginocchio, poi l’anca, poi il bacino e di conseguenza a tutto ciò che gli sta attaccato, cioè l’altra gamba, la colonna vertebrale e tutto ciò che è collegato a quest’ultima, un po’ come abbottonare male la camicia, credo che renda abbastanza l’idea. Il nostro corpo produce degli adattamenti che tendono a compensare gli squilibri per garantire una corretta funzionalità ma se lo squilibrio è troppo grande come in questo caso il corpo non ci riesce.

Cosa abbiamo fatto? Come prima cosa una valutazione funzionale del corpo per individuare gli schemi motori alterati e dei test di mobilità articolare specifici. Avuta la conferma che il problema fosse la caviglia ho invitato Tiziana a non correre fino a quando il problema non sarebbe stato risolto (stimato circa in un mese) e le ho insegnato una routine di esercizi di circa 20 minuti, da fare prima dei suoi allenamenti o comunque 3 volte a settimana.

Tiziana poi è riuscita a correre, i dolori sono spariti e tutto è andato migliorando.

Concludendo

E’ importante dare la giusta importanza ad una riatletizzazione adeguata, perché le articolazioni e i muscoli nel processo che passa dal trauma alla guarigione possono subire dei cambiamenti e degli adattamenti che vanno ad alterare la funzionalità di un’intera catena, in questo caso salendo dalla caviglia fino al ginocchio, l’anca, il bacino, la schiena ecc… Perché è tutto collegato e connesso da sistemi, apparati e tessuti.
Quasi sempre pensare alla singola parte del corpo, al singolo muscolo o alla singola articolazione è l’approccio meno efficace, o quantomeno, questi sono i miei studi e la mia esperienza.